Il programma Città dei bambini rappresenta innanzitutto una scelta politica e culturale; una scelta di trasformazione della città nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale.
Il progetto, oggi riprodotto ed esportato in molte città italiane e nel Mondo, nasce a Fano nel 1991 ed è altamente ambizioso, perché pone il bambino come punto di riferimento delle scelte politiche e induce a rivedere i convenzionali parametri di programmazione e di governance.
Una città a misura di bambino è una città che non lascia indietro nessuno: riallaccia i legami sociali e riattiva i contesti culturali, è una città accogliente e inclusiva e attenta a tutte le fasce “deboli”, come diversamente abili e anziani.
Si tratta di un piano a lungo termine di trasformazione urbana, ma prima ancora culturale di una città. È necessaria la capacità di fissare obiettivi ambiziosi e immaginare come la propria città possa evolversi nella direzione della qualità della vita e del benessere, per diventare una città radiosa, accogliente, sostenibile.
Fano è l’unica città in Italia che, per raggiungere questi obiettivi, ha improntato una così ricca articolazione di attività e ambiti progettuali, cercando sempre più di favorire l’integrazione e la trasversalità delle politiche.
Il progetto si sviluppa infatti su più fronti, in molteplici azioni integrate e intende permeare tutti gli ambiti di sviluppo e di gestione di un contesto cittadino: il Consiglio dei Bambini, il progetto “a scuola ci andiamo da soli”, la riqualificazione di un quartiere pilota a misura di bambino, una rassegna di eventi che riguardano il gioco, le aree museali, i parchi, i luoghi di interesse ambientale e tanto altro che incide sull’ambiente urbano per renderlo fruibile da tutti i cittadini.
Anche le scelte ambientali di fondo sono guidate da questa filosofia, come i progetti di mobilità sostenibile per migliorare la qualità dell’aria fino ad arrivare ad azioni più mirate alla diffusione della cultura della sostenibilità.
Questa trasformazione urbana e culturale porta il tessuto sociale a rigenerarsi, i bambini ad acquisire senso di appartenenza e la città intera ad appassionarsi a se stessa, con conseguente incremento del senso civico e di cura del bene comune, a partire dai più piccoli.
“Dare la parola ai bambini” significa dare l’opportunità ai bambini di esprimere le loro esigenze, essere ascoltati e valorizzazione delle loro competenze.
“Abbassare l’ottica dell’amministrazione per non perdere nessuno”Progetto trasversale, assunto dal Sindaco e dalla collegialità della Giunta.
“Il bambino nella testa degli adulti”Trasformazione della cultura dell’infanzia e della città, impegno dell’intera collettività che implica una sorta di “patto sociale” per il raggiungimento degli obiettivi.