Il progetto, oggi riprodotto ed esportato in molte città italiane e nel Mondo, nasce a Fano nel 1991 ed è altamente ambizioso, perché pone il bambino come punto di riferimento delle scelte politiche e induce a rivedere i convenzionali parametri di programmazione e di governance.
Una città a misura di bambino è una città che non lascia indietro nessuno: riallaccia i legami sociali e riattiva i contesti culturali, è una città accogliente e inclusiva e attenta a tutte le fasce “deboli”, come diversamente abili e anziani.
Si tratta di un piano a lungo termine di trasformazione urbana, ma prima ancora culturale di una città. È necessaria la capacità di fissare obiettivi ambiziosi e immaginare come la propria città possa evolversi nella direzione della qualità della vita e del benessere, per diventare una città radiosa, accogliente, sostenibile.