Il percorso metodologico
La partecipazione, l’approccio progettuale integrato e la trasversalità dei temi
La partecipazione, l’approccio progettuale integrato e la trasversalità dei temi
Partecipazione attiva. Tutti i progetti della Città dei Bambini vedono il coinvolgimento dei cittadini più piccoli in processi di partecipazione strutturati, al fine di far emergere esigenze, bisogni e anche desideri. In accordo con la scuola, attraverso un percorso educativo di conoscenza del quartiere, di consapevolezza rispetto a criticità e opportunità, di espressione di bisogni (anche fantasiosi) i bambini sono giunti a proporre trasformazioni e interventi per rendere il quartiere maggiormente vivibile e accogliente.
In parallelo, e con le stesse modalità, sono stati coinvolti anche gli adulti: il Comitato genitori della scuola primaria, le associazioni sportive, la parrocchia, i commercianti, il centro anziani, semplici residenti e consiglieri comunali.
I bambini progettano
Poiché progettare una città a misura di bambino necessita di uno sguardo più ampio, di attenzione ad una dimensione complessa e trasversale, sono stati infine coinvolti nel percorso progettuale diversi Assessorati e Settori comunali, che hanno contribuito al lavoro progettuale multidisciplinare.
Nella sperimentazione del quartiere a misura di bambino sono stati attivati 3 tavoli di co-progettazione:
Nel quartiere:
1 – i bambini e la scuola, supportati da esperti di progettazione partecipata;
2 – il Comitato genitori, le famiglie le associazioni sportive, i commercianti, il centro anziani, la parrocchia.
All’interno all’amministrazione comunale:
3 – amministratori e funzionari di diversi Assessorati e Settori comunali, che hanno contribuito alla costruzione del progetto in maniera trasversale.
Il tavolo degli adulti
Questo importante processo di coinvolgimento nel quartiere dove gli adulti condividono le finalità del progetto e assumono un ruolo attivo di “alleati” dei bambini, rappresenta una significativa esperienza di cittadinanza attiva, nella cornice di un vero e proprio “patto sociale” che alimenta e sostiene l’opportunità di migliore vivibilità nel quartiere.
Tutto ciò si rafforza e trova concretezza nella sigla di un “patto di collaborazione” tra l’associazione di quartiere e l’amministrazione comunale (in linea con il “regolamento dei beni comuni”), nel quale si stabiliscono gli impegni e le responsabilità di ciascuno per il raggiungimento degli obiettivi.